Ogni tipo di discriminazione provoca dei vissuti estremamente negativi nelle persone. Nei casi in cui le discriminazioni siano particolarmente intense e ripetute nel tempo la persona può incorrere in delle situazioni che meritano l’attenzione clinica poiché vanno a intaccare notevolmente il benessere del singolo.
Le discriminazioni sul luogo di lavoro sono purtroppo spesso presenti, tra queste comunemente rientrano quelle a causa dell’orientamento sessuale, quando non rispecchia quello della maggioranza: l’eterosessualità. Nelle aziende particolarmente grandi con un numero di dipendenti molto ampio e più sedi, magari anche sparse nel mondo, è molto difficile vigilare e impedire in modo attivo queste discriminazioni.
È quindi, purtroppo possibile, che le situazioni si acutizzino fino a portare a due tipologie di problematiche: stress lavoro-correlato e disturbo da stress postraumatico.
Lo stress lavoro-correlato è quel tipo di stress che deriva dallo squilibrio tra le risorse individuali del singolo e le richieste dell’ambiente lavorativo. È tipico, infatti, delle professioni con un altissimo carico di responsabilità e pressione (come, ad esempio, le professioni medico-sanitarie). Questo equilibrio dipende chiaramente dalle risorse che il singolo ha a disposizione; se queste siano sufficienti o meno non dipende soltanto dalle richieste dell’attività lavorativa (la mansione da svolgere in sé e per sé), ma dipende in modo particolare dalla facilitazione che l’ambiente di lavoro può dare al singolo.
Se l’ambiente di lavoro anziché facilitare il lavoratore nelle sue mansioni, essendo quindi un ambiente supportivo e incoraggiante, lo mette sotto pressione o è addirittura discriminatorio, è molto facile che si possa instaurare nella persona uno stress che deriva dall’attività lavorativa, che non sarà di conseguenza in grado di svolgere.
In un circolo vizioso quindi le discriminazioni e il clima ostile impediranno al lavoratore di svolgere serenamente i suoi compiti, questo aumenterà il carico di stress facendo sentire il singolo inadeguato e incompetente. Il rischio di sviluppare problematiche più serie e debilitanti, come un disturbo depressivo, è molto alto, per cui è importante tenere queste situazioni particolarmente sotto controllo, individuando i primi segnali di malessere e intervenendo tempestivamente. Non è facilissimo individuare un lavoratore che inizia a sperimentare stress lavoro-correlato, specie in quelle attività lavorative per loro natura “stressanti”. Segnali spesso molto significativi sono un calo della prestazione del lavoratore, cattivi rapporti con i colleghi, un atteggiamento di chiusura da parte del lavoratore che nega qualunque problema e rifiuta l’aiuto dei pari e spesso l’assenteismo.
Al contrario anche un eccessivo coinvolgimento nel lavoro può essere segnale di stress, si nota in quei lavoratori che rimangono in ufficio oltre l’orario, lavorano anche da casa a qualunque ora o continuano a lavorare durante la pausa pranzo. Bisogna fare molta attenzione a distinguere in questi lavoratori una dedizione al lavoro da un comportamento non sano. In generale, si nota un cambiamento rispetto allo “standard” della persona quindi, se un lavoratore che ha sempre rispettato gli orari di lavoro e si è concesso i giusti momenti di pausa inizia a lavorare compulsivamente a qualsiasi orario, i superiori dovrebbero indagare bene la situazione.
Disturbo da stress postraumatico (PTSD)
Il PTSD è un disturbo altamente debilitante, che viene “innescato” da un trauma. La comune nozione di trauma è di uno specifico evento negativo con un impatto fortissimo sulla persona. In psicologia è stato dimostrato però come dei ripetuti e costanti eventi negativi come le discriminazioni quotidiane a lavoro (a cui sono soggette le persone appartenenti alla comunità LGBT+) possano costituire un trauma.
È una situazione chiaramente estrema e in quanto tale facilmente identificabile in un lavoratore: può avere attacchi di panico, evita il contatto con i colleghi o con il luogo di lavoro (portando ad assenteismo), ha una significativa incapacità di concentrazione con un conseguente calo della performance, può avere stati dissociativi in cui si assenta dalla realtà presente vivendo “nella sua testa” le situazioni traumatiche.
Riconoscerlo e identificarlo per i “non addetti ai lavori” può non essere immediato, ma in presenza di PTSD si verificano comportamenti piuttosto vistosi e, in alcuni casi, sono facilmente riscontrabili. In casi del genere fornire un supporto ai propri dipendenti, indirizzandoli dagli specialisti competenti, è indispensabile per la loro salute in primis e per un rientro all’attività lavorativa “normale” come successiva conseguenza.