Equal Employment
Opportunities:
equità o uguaglianza?

Definito come il principio per cui tutte le persone dovrebbero avere le stesse opportunità nella domanda di lavoro senza essere trattate ingiustamente per le loro caratteristiche individuali come età, sesso, razza, religione, orientamento sessuale, etc. 

Avere le stesse opportunità…si tratta di uguaglianza o equità? 

I due concetti sono, infatti, differenti: l’uguaglianza implica la distribuzione di pari risorse a tutti, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali; l’equità invece implica la distribuzione di risorse variegata in base alle caratteristiche individuali di ciascuno per cui chi parte da un punto più svantaggiato, con meno risorse in partenza, riceverà di più. 

Tornando alla definizione di EEO, dobbiamo capire cosa si intenda per pari opportunità. Sebbene molti libri traducano il concetto di EEO con la parola uguaglianza, sarebbe più corretto usare il concetto di equità: le EEO si riferiscono infatti, insieme alla Affirmative Actions (AA) a degli obblighi legislativi nei confronti delle aziende, basati sul dovere morale di favorire equità in termini di accesso al lavoro. Tutti, indipendentemente dalle caratteristiche individuali devono poter raggiungere gli stessi obiettivi, la stessa “visuale”, quindi bisogna dare più strumenti a chi parte “svantaggiato”. 

 

Funziona l’equità EEO nel mondo del business? 

L’idea alla base delle EEO è quindi quella di favorire l’integrazione delle minoranze nel mondo del lavoro, realizzata grazie alla trasposizione pratica tramite le AA (affirmative actions).  Come? Imponendo, tramite degli obblighi legali, alle aziende di considerare le minoranze in quanto tali e di conseguenza di prestarvi maggiore attenzione. Secondo il principio di equità, infatti, dato che le minoranze partono svantaggiate a causa di un’ideologia per troppo tempo dominante che ha favorito sempre e solo una classe sociale (maschio, occidentale, istruito, status socio-economico elevato, eterosessuale), le risorse da dare loro in partenza sono maggiori rispetto a chiunque altro. 

Da questa idea deriva, ad esempio, il concetto di quote rosa: a partire dal 2012, nel nostro paese, la legge impone alle aziende quotate e alle società a partecipazione pubblica che i CdA (consigli di amministrazione) siano composti almeno per un quinto da donne. Provvedimenti di questo tipo, che in Italia hanno tardato ad arrivare, esistono da molto prima negli USA e sono stati fonte di acceso dibattito. Per i sostenitori delle EEO e delle AA l’imposizione legislativa si rende necessaria affinché il tema dell’inclusione diventi un punto centrale di interesse per i datori di lavoro.

 

Quali sono le implicazioni psicologiche delle EEO?

Le EEO si promettono di offrire rappresentanza alle persone appartenenti a minoranze: religiose, culturali oppure per l’identità sessuale. Ciò può avere delle conseguenze positive sulle persone che presentano una qualsiasi diversità: spesso, sono abituate a trattamenti ineguali, discriminazioni e invalidazioni quotidiane, sia nel mondo del lavoro che in quello personale. Affacciarsi, invece, al mondo del lavoro sapendo che esistono delle realtà che mettono in pratica le EEO può far sentire protetti e maggiormente considerati, indipendentemente dalla diversità che è propria.