Perché nasce il diversity management
Il diversity management nasce nel contesto statunitense negli anni ’80-’90 del secolo scorso quando, alcune importanti aziende, iniziarono a rendersi conto di tutto il potenziale che andava sprecato a causa della discriminazione di persone appartenenti a delle minoranze sociali. Nasce infatti nel contesto delle risorse umane e ha come obiettivo di “gestire” la diversità delle persone per poterne valorizzare le capacità e le risorse intrinseche, riconoscendo il valore di ogni singola persona proprio nel fatto che è diversa dalle altre. Bisogna puntualizzare come, il diversity management si sviluppi a partire dalla pratica dell’equal employment opportunity (EEO), anche questa presente negli USA negli stessi anni.
Il diversity management nasce infatti per “sopperire” ad alcune mancanze delle EEO che sebbene avessero il nobile intento di favorire l’uguaglianza, o meglio l’equità, per tutti i lavoratori, a livello pratico erano molto poco attrattive per le aziende se non addirittura degli ostacoli. Le EEO hanno infatti due caratteristiche molto importanti: la loro adozione è imposta per legge; la loro giustificazione non considera l’aspetto economico.
Al contrario, il diversity management è adottato dalle aziende su base volontaria infatti esistono le così dette “soft law”, dei provvedimenti non coercitivi, che si limitano a incentivare le imprese ad adottare pratiche inclusive rispetto alle minoranze (come la “strategia nazionale LGBT” che le aziende Italiane hanno adottato nel 2012), ma le aziende non sono obbligate ad alcune pratiche di equal employment. Al contrario, scelgono di sposare volontariamente il diversity management. Lo scelgono anche, e forse specialmente, in ragione del secondo punto: a differenza delle EEO, il diversity management trova giustificazione sul piano economico, nasce cioè con l’obiettivo, tra gli altri, di ottenere dei vantaggi economici.
Quali sono i vantaggi del diversity management?
Il diversity management, il considerare la diversità dei singoli un valore all’interno delle aziende, nasce da esigenze esterne. Infatti, i cambiamenti demografici della società del mondo moderno, dati da moltissimi fattori tra cui in primis la globalizzazione, portano ad un’eterogeneità della popolazione nelle nazioni più sviluppate e hanno imposto alle aziende di riconoscere che la forza lavoro è molto più variegata rispetto al passato. Da quella che è quindi una necessità imposta da fattori “incontrollabili”, le aziende americane hanno per prime ricavato un’opportunità di business: valorizzare la differenza per aumentare i profitti. Questo è forse il vantaggio maggiore dell’adottare il diversity management, ma non il solo. Il vantaggio è per i lavoratori, che sentendosi riconosciuti nella loro individualità e potenzialità, sperimentano una maggiore soddisfazione lavorativa e, di conseguenza, vivono il contesto lavorativo in modo molto positivo e sereno andando quindi a incidere positivamente sulla produttività.
Le aziende, conseguentemente, ne ricavano vantaggi economici: grazie al clima aziendale che riescono a creare e grazie al benessere dei propri lavoratori aumentano il loro fatturato. Il vantaggio per le aziende non è solo economico di per sé, è anche reputazionale: incentrandosi sul diversity management infatti si sposa una vera e propria filosofia, un’etica nei confronti dei lavoratori e del loro benessere, diventando così attrattivi sul mercato sia per i lavoratori sia per la clientela. L’ultimo vantaggio, chiaramente interconnesso agli altri, è del mercato in generale e quindi del mondo lavorativo. Il mercato è molto dinamico, deve adattarsi alle epoche e ai cambiamenti storici e sociali; ciò che è stato fatto con il diversity management ha permesso al mondo del lavoro di adattarsi alle persone di oggi e alle loro esigenze, non imponendo al contrario alle persone di doversi adattare al lavoro. Questo modello è, infatti, diventato un esempio per moltissimi altri paesi che nel corso degli anni lo hanno adottato, chi più velocemente, chi meno. In conclusione, è importante formulare una riflessione. Il diversity management si focalizza sull’individuo, trascurando però un aspetto molto importante: l’individuo è immerso, e fa parte, del gruppo aziendale. Risulta necessario un terzo step, dopo le EEO e il diversity management, che possa tener conto sia della complessità dell’individuo, sia del fatto che fa parte di un gruppo, sia delle necessità economiche aziendali.